Come funzionano le abitudini? Ce lo dice la scienza.

Come funzionano le abitudini? Ce lo dice la scienza.

Ahhh che fatica cambiare abitudini!

Che si tratti di fare più squat, mangiare meglio o bere più acqua è sempre la stessa storia!

Quando decidiamo di introdurre una nuova abitudine nella nostra routine, partiamo sempre con grandi aspettative e buoni propositi.
Poi, tempo qualche settimana, e ritorniamo al punto di partenza!

Non importa quanta buona volontà ci mettiamo, sembra un iter destinato a ripetersi all'infinito. 

Siamo cascate così tante volte in questo loop da aver perso il conto.
M
a forse non siamo poi così sole, vero?

Eppure, nonostante i numerosi tentativi andati a vuoto, non ci siamo ancora arrese! 
Anzi, i continui fallimenti non hanno fatto altro che alimentare la nostra curiosità e determinazione.

E se stai leggendo questo articolo, forse anche tu non hai ancora perso le speranze!

Beh, non fermarti ora perché nelle prossime righe scopriremo che cosa accade al nostro cervello quando ha a che fare con le abitudini e, soprattutto, cosa possiamo fare per rendere proprio il cervello il nostro migliore alleato.

In fondo, noi siamo il risultato delle nostre abitudini. 

Ed è proprio la somma delle nostre abitudini a determinare la qualità del nostro stile di vita: ci definiscono come persone e sono responsabili dei nostri successi e fallimenti.

Quindi, come ignorarle?

Cerchiamo di scoprire di più.

 

Quando la motivazione non basta.

Tra le tante curiosità che avevamo, una su tutte non ci dava pace:

perché nonostante la nostra forte motivazione facciamo così fatica a cambiare abitudini o a crearne di nuove?

Ma soprattutto:

perché il più delle volte, anche quando desideriamo fortemente quel cambiamento, desistiamo poco dopo? 

È un po' come se ai nostri desideri non seguissero, poi, azioni concrete. 
Strano, non trovi?

Doveva pur esserci una spiegazione. E, in effetti, l'abbiamo trovata. 
E sai cosa abbiamo scoperto? 

Che non è la motivazione quello che ci vuole!
O almeno, non solo.

Perché quella un giorno ce l'hai, l'altro no. È troppo variabile e non puoi farci esclusivo affidamento.

Quello che ci vuole è il nostro cervello!

Eh già!
Eppure, sai che è proprio lui a remarci contro? 
Proprio così, questa è la cattiva notizia!

La buona, però, è che possiamo prenderne il controllo e sfruttarlo a nostro vantaggio.

Ma, per farlo, dobbiamo prima capire come funziona e cosa succede dentro di lui quando si parla di abitudini.

Ci faremo aiutare dalla scienza.

 

Cosa sono le abitudini e qual è il meccanismo che le governa?

Devi sapere che il nostro cervello è alla costante ricerca di modi per risparmiare energia.

Ecco perché ama i comportamenti abituali, ovvero tutte quelle azioni automatiche che svolgiamo senza neanche rendercene conto e che al cervello non richiedono alcuno sforzo.

Facciamo un esempio.

Ti è mai capitato di ritrovarti in un luogo senza ricordarti che strada hai fatto per arrivarci?

Oppure di uscire di casa e solo dopo un po' cominciare a chiederti: "… Ma ho chiuso la porta?", o "Ho chiuso la macchina?".

Questo succede perché hai ripetuto queste azioni così tante volte da averle trasformate in un'abitudine. E il tuo cervello, una volta immagazzinata l'informazione (come guidare o imparare una strada), smette di pensare ed entra in modalità risparmio energetico

E così, quelle che un tempo erano decisioni consapevoli e ragionate, ora le fai in automatico senza pensarci. 

Pensa che fatica se dovessimo sforzarci ogni giorno di ricordare la strada che facciamo per andare a lavoro, o se ogni volta che ci mettiamo alla guida dovessimo pensare costantemente a come si cambiano le marce.

Sarebbe una gran fatica, non credi?

Non è un caso, infatti, che circa il 40% delle azioni che svolgiamo quotidianamente siano frutto di abitudini, e non di decisioni prese con coscienza (come evidenziato da una ricerca condotta dalla Duke University nel 2006). 

Agisci in un determinato modo non perché lo vuoi davvero, ma perché il tuo cervello attiva il pilota automatico ed è programmato per preferire un'azione (come guardare la TV) piuttosto che un'altra (come fare esercizio).

Questo, sotto un certo punto di vista, è un grande vantaggio perché riduce la fatica di prendere costantemente decisioni, facendoci risparmiare energia che possiamo usare per attività più importanti.

Ma esiste anche un risvolto della medaglia.


Cosa succede quando alcune delle nostre abitudini ci fanno più male che bene e ci allontanano dai nostri obiettivi o dalle persone che vorremmo diventare?

E cosa succede quando proviamo a cambiare o eliminare queste cattive abitudini?


Per capirlo, torniamo all'esempio di prima.

Ipotizziamo che, tornati dal lavoro, siamo soliti sdraiarci sul divano a guardare la TV. 

Ogni volta che proveremo a dare nuovi input al cervello per cambiare questo sistema e fare qualcosa di diverso (come andare in palestra), il nostro cervello ci remerà contro, perché sa che gli costa moltissime energie assimilare le nuove informazioni che gli stiamo chiedendo. 

In fondo, perché percorrere una nuova strada così difficile quando ce n'è una più facile (e già memorizzata) ad aspettarci? 

Ecco che, così, il meccanismo automatico che attiva le abitudini già consolidate si rivelerà essere più forte della nostra forza di volontà. E noi torneremo ad abbandonarci alle nostre care vecchie abitudini.

Non perché non vogliamo cambiarle, ma perché provengono da un'area del cervello che è fuori dal nostro controllo.

Però, niente panico!

Le cose possono cambiare e per farlo basta riprogrammare il nostro cervello. 

 

Come riprogrammare il nostro cervello.

Devi sapere che esiste un meccanismo neurologico alla base delle abitudini: il cosiddetto habit loop.

Si tratta di un ciclo strutturato in 3 fasi:

1° FASE - Il segnale: è una condizione specifica in cui ci troviamo (un luogo, un orario, un particolare stato d'animo o un certo odore) che fa attivare il nostro pilota automatico. Un segnale che dice al cervello: “Ok è il momento di passare all'azione e attivare l'abitudine!” 

2° FASE - La routine: il comportamento che svolgiamo ripetutamente, innescato dal segnale.

3° FASE - Il premio: una gratificazione per aver svolto quella routine. Il piacere che proveremo per aver svolto quell'azione rafforzerà questo ciclo e farà capire al cervello che vale la pena ripetere quell'abitudine.

Quindi ricapitolando:



Una volta compiuta l'azione innescata dal segnale, il nostro cervello rilascerà dopamina, la sostanza chimica delle ricompensa, che lo spingerà a ripetere l'azione.

E man mano che svolgeremo l'azione, si creerà una connessione sempre più forte tra il segnale e la ricompensa alimentando quello che viene chiamato craving, il desiderio irrefrenabile di ripetere quell'azione. 

Una volta stabilita questa connessione, ecco nata l'abitudine che, da questo momento, sarà difficile da sradicare. 

Per esempio è quello che succede dopo ogni pasto: appena finiamo di mangiare (segnale) ci laviamo subito i denti (routine) per avere quella piacevole sensazione di pulizia e di freschezza in bocca (ricompensa).

O, per esempio, quando ci sentiamo stanchi e stressati dal lavoro (segnale) e cominciamo a scrollare i social (routine) per concederci un momento di svago (ricompensa). 

Questo è il meccanismo che ci rema contro ogni volta che proviamo a cambiare un'abitudine: quando cerchiamo di resistere al segnale ed evitare di mettere in atto la routine è come se stessimo privando il cervello del piacere e della gratificazione che riceverebbe svolgendo quell'azione

Ed è proprio l'attesa di quella ricompensa che ci spinge a ricadere continuamente nelle vecchie abitudini: il cervello fa fatica ad abituarsi a qualcosa di nuovo se non ha una gratificazione immediata (ecco perché stare sdraiati sul divano diventa più allettante di una corsa).

Quindi, a questo punto è chiaro che dietro alla formazione di un'abitudine c'è molto più di motivazione e forza di volontà.
C'è un universo affascinante in continua evoluzione fatto di neuroscienza, esperimenti e studi scientifici. 

E non possiamo ignorarlo.

Fa quasi paura se pensiamo che il raggiungimento dei nostri obiettivi dipende largamente da azioni inconsce che neanche decidiamo di prendere.

E come possiamo affidare la nostra vita ad un pilota automatico?

Non possiamo.
Ecco perché dobbiamo riprendere il controllo del nostro cervello.
E se hai letto fino a qui, sei a buon punto perché vuol dire che hai capito i meccanismi che stanno alla base di qualsiasi abitudine.

E hai appena compiuto il primo passo per riprogrammare il tuo pilota automatico, cambiare le tue abitudini e avvicinarti a una versione migliore di te! 💪🏻

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